
Secondo un sondaggio del 2011, un uomo che indossa giacca e cravatta è visto dalle donne in modo esponenzialmente più attraente.
Un’altra inchiesta del 2014 evidenzia invece che il 63% degli spettatori dei telegiornali si sentono più rassicurati nel vedere un presentatore che indossa la cravatta.
Gli studi concordano che, tendenzialmente, gli uomini con la cravatta sono considerati più ambiziosi, educati e rispettabili.
Un sottile ritaglio di stoffa può dunque cambiare la percezione che gli altri hanno di noi e, addirittura, renderci più attraenti?
La risposta è: assolutamente sì. Ecco come.
Storia e filosofia della cravatta
Per capire perché la cravatta è un accessorio così carico di simbolismi e sensualità, facciamo un passo indietro.
Le antenate della cravatta appaiono al collo dei cavalieri croati per la prima volta in Francia nella prima metà del Seicento, sotto il regno di Luigi XIV (più comunemente conosciuto come il Re Sole):
parrebbe infatti che la parola “cravatta” (“cravate” in francese) sia etimologicamente attribuibile proprio ai “croati” (“croate” in francese).
Ne parla anche Voltaire nel suo Il secolo di Luigi XIV, definendole come sottili “sciarpe” che i soldati utilizzano per proteggere la gola dal freddo.
Dall’ambito di guerra a quello equestre, pian piano la cravatta si trasforma sempre più in vezzo: nell’Ottocento la utilizzano poeti e artisti come Browning e Hawtorne;
nei primi anni del Novecento, riviste di moda del calibro di Vogue e Art-Goût-Beauté definiscono sulle loro pagine la cravatta come l’accessorio più raffinato che un uomo possa indossare, da declinare a seconda del luogo e della situazione.
Negli anni ’60 la cravatta è ancora un trend – basti guardare una foto qualsiasi di un gruppo British decisamente notevole, i Beatles.
Tuttavia, è durante le contestazioni che perde frequenza d’uso:
quando studenti e persino professori universitari smettono di venire in aula con la cravatta, come se questa rappresentasse un ordine, un regime che in quel momento è oggetto di rifiuto, anche a livello estetico.
Eppure, sin dai suoi albori, la cravatta non ha mai smesso di identificare uno status e uno stile di un certo livello.
Ciò è probabilmente da attribuire al fatto che, oggi come ieri, indossare una cravatta in modo corretto e al tempo stesso elegante non è semplice, perché richiede una conoscenza di base dei gesti che non è comune a tutti:
si pensi ad esempio che, un tempo, solo gli uomini della nobiltà potevano permettersi l’assistenza necessaria a indossarla correttamente, con un pool di valletti al loro servizio.
La cravatta è quindi un accessorio forse più complesso di altri, ma con una resa stilistica che ripaga ogni secondo speso ad apprenderne la tecnica.
Come scegliere la cravatta
Il tipo di cravatta e di nodo che si sceglie a seconda della situazione può cambiare tutto: ecco una piccola guida con le indicazioni essenziali.
Tenete bene a mente ciò che conta, sia che siate un uomo che voglia migliorare il proprio aspetto sia che siate una donna che vuole fare al proprio compagno un regalo prezioso: le proporzioni, i colori e i tessuti.
Colori
La tinta unita ha il plus rispetto alla stampa di valorizzare maggiormente la trama e la consistenza del tessuto. I colori più raffinati e diffusi sono bordeaux, blu, avana e verde.
Le stampe, d’altro canto, raccontano molto di più sulla personalità di chi indossa la cravatta, hanno la capacità di “spezzare” un look monotono e arricchire, senza appesantire, anche i capi più anonimi.
La scelta in questo ambito, insomma, dipende molto dal carattere dell’uomo. Unica regola: la cravatta dovrebbe avere un colore più intenso dell’abito e più scuro della camicia.
Tessuti
Un solo tessuto è principe quando si parla di cravatte: la seta. Lucida o opaca, la seta emana una naturale e spontanea sensazione di voluttuoso lusso e valorizza qualsiasi colore.
Nessun uomo non apparirà affascinante e distinto con una cravatta di seta, che comunica sicurezza in sé e autorità.
È possibile sfoggiare anche cravatte di grande pregio in lana, cotone e lino, per un tocco di semplicità e discrezione in più.
Come fare il nodo alla cravatta
Nella storia si sono susseguiti tantissimi modi per fare il nodo alla cravatta, ma due sono rimasti quelli “obbligatori” da conoscere per considerarsi dei veri esperti.
Il primo è il nodo semplice, che deve essere dritto e lineare, non allentato. Ideale da utilizzare tutti i giorni.
Il secondo è il nodo semi-Windsor, che prende il nome proprio dal duca di Windsor che l’ha inventato, un nodo doppio particolarmente sofisticato e scenografico.
Ecco come farli:

La cravatta e il piacere di sceglierla
Oggi, a seguito dello sdoganamento di un dress code più casual, la cravatta è spesso appannaggio delle occasioni speciali e delle situazioni formali.
Eppure, nessun accessorio maschile ha una tale portata di elegante virilità e poche signorine non subiscono il fascino di un uomo ben vestito, corredato di cravatta.
Il bello è che, se un tempo la cravatta era quasi un obbligo, oggi chi la indossa lo fa per scelta e per puro piacere di esteta.
Del resto, è ormai pacifico dire che la cravatta simboleggia una spiccata sessualità maschile e comunica un forte senso di sicurezza in sé.
Proprio perché oggi la cravatta è un accessorio per intenditori, è necessario sceglierla con cura e preferire la qualità al mero risparmio.
In questo giunge in aiuto il vintage, che rende più accessibili le cravatte delle migliori maison di lusso e delle più esclusive fatture.
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